Il Sistri è un disastro annunciato. Assintel non ci sta e si appella al Governo

4/06/2012 - L’Associazione Nazionale scrive al Presidente del Consiglio Mario Monti e ai Ministri Corrado Clini, Corrado Passera e Francesco Profumo

Milano, 4 giugno 2012. Un disastro annunciato. Questo è oggi il SISTRI, il Sistema di tracciabilità dei Rifiuti nato con l’intento di razionalizzare la catena dei rifiuti e impantanatosi in dinamiche poco chiare che penalizzano il sistema delle imprese.

Assintel ha partecipato ai lavori del passato Ministero dell’Ambiente e sottoscritto un protocollo a garanzia dell’interoperabilità del Software, per tutelare il lavoro di tutte quelle Imprese di Software impegnate da anni in quel settore. Non solo non abbiamo mai avuto risposte, ma le recenti hanno svelato un sistema poco chiaro di appalti finora secretato e una serie di criticità mai prese in considerazione.

Per queste ragioni ci appelliamo al nuovo Governo, estraneo al lavori del SISTRI, per rivisitare tutto il sistema nel suo complesso. almeno a dicembre 2013, garantendo un lasso di tempo tecnicamente necessari criticità , fare i testing e curare l’omogenea messa a regime.

Segue testo integrale della lettera.

Lettera aperta a Mario Monti e ai Ministri Clini, Passera e Profumo

Illustrissimi,
sono consapevole che già state ricevendo una quantitò di lettere e di pressioni in merito al SISTRI, tutte volte a chiedere una soluzione alle gravi criticità che il sistema evidenzia, e che ne hanno finora determinato i continui rinvii. Di queste criticità vogliamo qui parlare, per evidenziare il punto di vista degli Operatori Software che vi lavorano storicamente e auspicare insieme a voi delle soluzioni concrete e utili a tutti: lo faccio a nome di tutti quegli imprenditori del settore associati ad Assintel, Associazione Nazionale delle Imprese ICT di Confcommercio che rappresento, e che ormai da oltre due anni partecipa ai lavori del Ministero assiduamente senza tuttavia essere ascoltata.

Non intendiamo fare un resoconto tecnico dei bug del sistema - abbiamo redtto decine di documenti orientati ai problemi ed alle possibili soluzioni anche di semplificazione - ma vorremmo portare alla vostra attenzione una serie di difficoltà che il nostro comparto sta accusando, amplificate negativamente sia dallo stato di incertezza del sistema SISTRI, sia dalla già gravissima crisi economica in atto.

Innanzitutto è bene chiarire che, pur avendo sottoscritto un protocollo d’intesa in data 20 aprile 2011 con l’allora Ministro Prestigiacomo, ad oggi non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta alle linee in esso tracciate: nonostante la nostra dedizione, esso è stato letteralmente disatteso e ci ritroviamo nella condizione di non poter operare adeguatamente. Il processo di produzione di un sistema informatico prevede determinati e complessi step (analisi del problema, dei flussi operativi , delle constraint (o restrizioni), prefigurazione di possibili soluzioni valutate per la loro economicità, prospettiva a medio e lungo termine, robustezza, sicurezza, ed infine l’allocazione di risorse per la messa in opera della soluzione prescelta).
Si parte da un progetto predefinito, su base normativa consolidata, lo si realizza, si effettua una fase di test tesa ad evidenziare i limiti del prodotto col fine di adottare le eventuali azioni correttive e poi si passa al collaudo che, se ne attesta la bontà, ne determina la messa in funzione in un periodo adeguato al fine di dare il tempo agli operatori di formarsi ed adottare la strumentazione necessaria nonché, alle software house, di adeguare i propri sistemi informatici.

Tutto questo SISTRI non è stato e non è.

SISTRI è stato imposto alle imprese coperto dal segreto di stato. Oggi sappiamo che non è mai esistito un progetto, ne un collaudo del prodotto. Le fasi di test, fatte a spese delle imprese, ne hanno evidenziato i bug più critici in occasione di svariati Click Day e gli operatori ormai esasperati dai continui rinvii, tacciati di essere in combutta con le ecomafie in ogni occasione in cui hanno evidenziato queste criticità, risultano oramai e purtroppo decisamente demotivati. Nessuno lo usa più da mesi, stanchi di tentativi andati a vuoto, notti insonni,produttività perduta, costi esorbitanti per formazione, consulenze e continui problemi legati principalmente alla inapplicabilità del sistema alle loro esigenze operative ormai consolidate nel tempo. Esse possono sì essere cambiate, ma non in questo modo e con questo sistema. La normativa di riferimento, in questo contesto, anziché chiarire i dubbi ne aumenta le incertezze per la sua inconsistenza e soprattutto per le sanzioni previste. Se voi o i vostri tecnici desideraste approfondire il tema, siamo certi che trovereste molte imprese disposte ad ospitarvi per mostrarvi il modus operandi di una tipica giornata lavorativa: capireste immediatamente perché SISTRI risulti così odiato.

In quasi due anni di gestazione sono state rilasciate numerose release di manuali operativi che oggi si compongono di oltre 200 pagine, che gli operatori dovrebbero imparare e verificare. Siamo arrivati a 18 edizioni delle specifiche delle interfacce per l’interoperabilità, tra l’altro non legittimata da alcuna normativa, che consentono, ove funzionassero, agli Operatori di interfacciare i propri sistemi informatici a SISTRI. E’ significativo il fatto che la prima versione è stata redatta il 21/06/2010 dopo diverse insistenze da parte delle Software House coinvolte, ben sei mesi dopo l’originaria data prevista per l’entrata in vigore di SISTRI. Evidentemente l’interfaccia di interoperabilità non era parte del progetto e, normativa alla mano, non lo è nemmeno in questo momento, nonostante tutti i progetti della PA debbano obbligatoriamente essere interoperabili.

Tutto ciò ha fatto sì che SISTRI abbia rappresentato un dispendio di energie enorme con riunioni fiume tra colleghi, con il Ministero ed il concessionario, giornate di produttività perdute inseguendo modifiche su modifiche, siamo stati usati come BETA TESTER e noi con lo spirito battagliero di coloro che i problemi sono abituati ad affrontarli siamo stati, purtroppo, al gioco. Più volte abbiamo suggerito semplificazioni in modo da creare un sistema utile alla comunità. Utile anche a noi stessi che produciamo tutti questi strumenti e lecitamente costruiamo il nostro business. La realtà è che il vero sistema è stato costruito in questi due anni e le versioni dei documenti lo testimoniano. Purtroppo, una parte politica, negando l’evidenza ancora afferma il contrario. Possiamo anche comprendere le difficoltà del concessionario nel voler a tutti i costi mettere in campo il sistema per motivi economici e contrattuali, possiamo anche capire la spinta politica in direzione di uno strumento ritenuto utile. Ma noi sappiamo che SISTRI, se parte con la struttura attuale, causerà disservizi e confusione che porteranno alla ribellione le imprese. E questa ribellione si riverserà su noi Operatori Software, che in questo mercato abbiamo concentrato i nostri investimenti.

Noi non possiamo e non intendiamo essere complici di questo disastro annunciato.

Confidiamo tantissimo nel nuovo Esecutivo, che sappiamo essere formato da tecnici orientati alla concretezza, affinché possa elaborare una soluzione che consenta l’efficace adozione di uno strumento che riteniamo utilissimo alla collettività. Riteniamo necessaria una presa di posizione che prefiguri un rinvio almeno a dicembre 2013 ma orientato alla semplificazione del sistema, attraverso un percorso normativo chiaro ed efficace. Che possa prevedere, entro il 31.12.2012, la riscrittura delle norme e lo sviluppo di un nuovo sistema e la messa in funzione senza more a partire dal 01.01.2013. Un anno di tempo necessario per l’adozione da parte delle imprese e la definitiva partenza al 01.01.2014. Ulteriori proroghe, senza queste prerogative, sono decisamente inutili e oltremodo dannose. Ci ritroveremo a dicembre 2012 o 2013 nelle stesse identiche condizioni di adesso.

Abbiamo il fondato timore che la parola fine al SISTRI la metterà il mercato. Quel mercato che da sempre, incurante delle scelte e/o ideologie politiche, persegue la strada della concretezza. Le voci forti delle associazioni di categoria e, di conseguenza, quelle delle imprese produttive, sono solo il grido d’allarme all’apparire di uno strumento che mina i principi a cui si ispira la libertà di mercato, l’efficienza, la ricerca dell’ottimizzazione dei costi e del giusto profitto che crea reddito e, di conseguenza, occupazione. Il mercato non ha padroni, è apolitico, si intrufola come olio nelle strade delle esigenze, ne raccoglie le necessità, favorisce la ricchezza e la crescita del paese. Questo SISTRI ostacola tutto ciò. Questo SISTRI, tra l’altro, non combatte le ecomafie perché tutti sanno che nella maggior parte dei casi solo le indagini sul campo dimostrano difformità tra il rifiuto trasportato e la documentazione di accompagnamento; discrasia che purtroppo nessuna digitalizzazione potrà mai eliminare. SISTRI controlla solo chi si è iscritto, quindi è sufficiente utilizzare un mezzo non autorizzato (e quindi non munito di black box) per eludere la sorveglianza o l’utilizzo di un vettore straniero che non è tenuto ad esserlo e che, oltretutto sarebbe avvantaggiato, perché preferito, alle imprese Italiane.

SISTRI va letteralmente ridisegnato. Bisogna prendere ad esempio esperienze esistenti e migliorarle. La Germania è dal 2007 che utilizza un sistema denominato “eNAV - Controllo elettronico trasporto rifiuti Pericolosi”, che però applica con semplicità nemmeno paragonabile alle nostre elucubrazioni tecnologiche solo ed esclusivamente ai rifiuti Pericolosi di grosse aziende. Il Cile adotta da anni uno strumento simile a quello tedesco denominato “SIDREP – Seguimiento de Residuos Peligrosos” con la compilazione di semplici schede su un sistema Web. Stessa cosa il governo Basco con il suo “EUSKADI” mentre l’Inghilterra prevede di mettere a punto, dopo un percorso decisamente adeguato, un sistema denominato “EDOC: programma nazionale digitale di tracciatura on line del flusso di rifiuti in UK” solo nell’anno 2014 (a dimostrazione del principio di progettualità basti osservare la roadmap che prevede un anno per lo sviluppo, un anno di testing, un anno fra dimostrazione,training e messa in esercizio). Tutti questi sistemi, che hanno già una grandissima esperienza di utilizzo, sono costati pochissimo (Inghilterra si prevedono circa 4 Milioni di euro in tutto) e si applicano solo alla tracciabilità dei percorsi senza entrare nel merito delle attività interne alle aziende. Controllano cioè i mezzi di trasporto dal luogo di produzione alla destinazione come previsto dalla Normativa Europea che non chiede altro.

Conclusioni

Alla luce di quanto scritto, Assintel chiede al Governo di rivisitare il sistema nel suo complesso, prefigurando un rinvio almeno a dicembre 2013. E nel fare ciò ci uniamo alla posizione manifestata in questi giorni da Conftrasporto.

Con fiducia e stima,

Giorgio Rapari
Presidente Assintel

Lettera SISTRI