Calzaturiero, al via Micam, produttori preoccupati crisi… (2)

Saldo commerciale attivo per 4,2 miliardi (askanews) - Milano, 13 feb 2014 - L'Ufficio Studi di Assocalzaturifici spiega che da un lato persistono segnali di perdurante difficolta' sul fronte interno, dove gli acquisti delle famiglie hanno subi'to un'ulteriore contrazione; dall'altro le esportazioni non sono riuscite a compensarne le perdite: bene alcuni Paesi, ma le forti tensioni politiche tra Russia e Ucraina hanno influito sui mercati della Comunita' degli Stati Indipendenti, deprimendo i risultati delle vendite nei Paesi Extra-UE che da anni ormai sostengono le buone performance del settore. Il paradosso e' pero' che le esportazioni hanno raggiunto l'ennesimo livello record. La stima di preconsuntivo per l'intero anno indica una crescita in valore attorno al 3 PERCENTO (a 8,3 miliardi di euro), livello mai raggiunto pur a fronte di una contrazione dei volumi dell'1,4 PERCENTO per un totale di 216,7 milioni di paia. A riprova dell'ennesimo miracolo, i produttori citano il saldo commerciale attivo per 4,2 miliardi, una cedola di interessi che il calzaturiero stacca ogni anno per il nostro Paese che possiede un patrimonio a grande redditivita': la creativita' e la grande qualita' dei calzaturieri italiani. Nei Paesi della Comunita' Stati Indipendenti, dove le tensioni politiche hanno amplificato le difficolta' del quadro economico generale depresso dalla svalutazione del rublo (nel 2014 deprezzatosi del 50 PERCENTO verso l'euro), il sistema calzaturiero italiano ha registrato un calo del 20,2 PERCENTO complessivo in quantita' e del 22,6 PERCENTO in valore. Da qui ovviamente il pesante contraccolpo sul portafoglio ordini di molte aziende del settore e in particolare nelle Marche, dove la Russia e' il principale Paese di sbocco. Non a caso le Marche, che nel 2013 destinavano in Russia quasi il 20 PERCENTO del proprio export, risultano l'unica regione, tra le sette principali a vocazione calzaturiera del Paese, con un arretramento nel fatturato estero dei primi 9 mesi dell'anno (-3,2 PERCENTO ), fortemente penalizzato dal -25 PERCENTO sul mercato russo e dal -36 PERCENTO su quello ucraino. (segue) Mda