Serve più concorrenza per il mercato ICT

Serve più concorrenza per il mercato ICT

Proposte e azioni: dalla Legge annuale per il mercato e la concorrenza al Digital Market Act Europeo

Il tema della concorrenza è di vitale importanza per il nostro mercato, fatto di un fitto tessuto di micro e piccole imprese. E questo vale ancor di più quando parliamo di digitale: in un ecosistema dominato dai big tecnologici la concorrenza viene sistematicamente annichilita, con l'avallo spesso inconsapevole di normative che non sono state al passo con lo sviluppo impetuoso e veloce del settore.

A farne le spese sono in primo luogo le aziende e le Pubbliche Amministrazioni della Domanda, che in un regime simile ad un oligopolio non hanno la possibilità di scegliere davvero i fornitori e i servizi che più rispondono alle loro esigenze, imbrigliate in cavilli contrattuali e in distorsioni comunicative. Ma ne fanno le spese anche le aziende dell'Offerta: migliaia di operatori del Made in Italy ICT, micro imprese e PMI, che nuotano in un mercato che non le favorisce e le spinge ad un vassallaggio di subappalto poco dignitoso, che con Assintel segnaliamo ormai da almeno 3 lustri.

Le attività di pressing si sono intensificate perché ci sono in gioco alcuni temi importanti che hanno a che vedere con le regole del gioco. Ve le vogliamo raccontare, per stare aggiornati sulle attività - spesso sotterranee - che quotidianamente Assintel svolge per influenzare un miglior approccio al settore.

La lettera al Ministro Colao sul Digital Market Act

Imprese Fornitrici e Consumatori insieme per chiedere a Colao un intervento sul DMA: la firma della lettera è di Assintel, CISPE, Assortd, Codacons e CIO Aica Forum.
Il focus è la discussione del Digital Markets Act, al fine di contrastare le pratiche sleali relative alle licenze software che ostacolano il mercato europeo del cloud. L’Italia ha un’occasione unica per includere dei chiarimenti nel DMA, ancor più importanti in vista degli imminenti investimenti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza previsti per la migrazione al cloud di enti pubblici e privati.
Ad oggi, il DMA – in fase di trilogo tra Commissione, Parlamento e Consiglio europeo - non affronta il tema dell’abuso di posizione dominante di fornitori di software legacy, che attuano meccanismi di lock-in nei propri ecosistemi, favorendo la propria offerta di infrastruttura cloud.

Audizione in Senato, Commissione Industria, Commercio, Turismo, per la Legge annuale per il mercato e la concorrenza

L’attuale normativa (art. 9 della legge 18 giugno 1998 n. 192) rubrica in modo non esaustivo le pratiche di abuso di posizione dominante, tralasciando le rapide evoluzioni che nel frattempo sono intercorse nel "nuovo" mercato ICT e che ne stanno inquinando i principi di concorrenza.
Tra le pratiche di abuso di posizione dominante  è opportuno introdurre anche quelle messe in campo da fornitori di software, formalizzate principalmente da condizioni contrattuali discriminatorie e da modifiche sostanziali alle condizioni di licenza, precedentemente stabilite, che di fatto limitano attività precedentemente consentite e limitano la libertà dell’utente finale di scegliere.
Guarda l'audizione in Senato della nostra Presidente Paola Generali