Coldiretti: a Rosarno sfruttamento inizia da arance a 7 cent/kg

Aranciata sugli scaffali dei supermercati a 1,3 euro a bottiglia (askanews) - Roma, 13 feb 2014 - Per un chilo di arance prodotto nella piana di Rosarno vengono pagati meno di 7 centesimi al chilo del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta. E' quanto ha denunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel suo intervento all'iniziativa Legalita', diritti, dignita'. Da Rosarno si puo' nel sottolineare che questa situazione alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce lavoratori, agricoltori ed i trasformatori attenti al rispetto delle regole. E' intollerabile - ha sottolineato Moncalvo - che per l'aranciata venduta sugli scaffali dei supermercati a 1,3 euro a bottiglia agli agricoltori arrivano solo 3 centesimi per le arance contenute. Va combattuto senza tregua il becero sfruttamento che - ha continuato Moncalvo - colpisce la componente piu' debole dei lavoratori agricoli come gli immigrati, ma anche le imprese agricole che subiscono la pressione e la concorrenza sleale di un contesto gravemente degradato. Con la trasparenza e la legalita' si puo' interrompere un circolo vizioso che sottopaga il lavoro e il suo prodotto come dimostrano - ha precisato Moncalvo - i tanti esempi virtuosi presenti nelle campagne italiane dove lavorano regolarmente oltre 322mila immigrati extracomunitari provenienti da 169 diverse nazioni che contribuiscono in modo strutturale e determinante all'economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire il successo del Made in Italy alimentare nel mondo. Per questo su un territorio che puo' offrire grandi opportunita' di crescita e lavoro va garantita la legalita' per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che -ha sostenuto Moncalvo - ha scelto con decisione la strada dell'attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale, al servizio del bene comune. Noi - ha precisato Moncalvo - siamo portatori di un modello di sviluppo a servizio del bene comune, anche sul fronte della legalita': un modello che offre la possibilita' di trasformare i rischi territoriali di emarginazione e sfruttamento malavitoso degli immigrati in opportunita' imprenditoriali di integrazione e di inclusione sociale. Una battaglia per la qualita' distintiva delle produzioni nazionali ma - ha precisato Moncalvo - anche contro il dumping sociale e per la promozione della responsabilita' etica delle imprese rispetto a sicurezza e legalita' del lavoro, a partire dagli immigrati impiegati nel settore. L'esperienza di Rosarno segnala come determinanti nel favorire fenomeni di irregolarita' e quindi di sfruttamento e illegalita' del lavoro le difficolta' strutturali dell' agricoltura locale ma anche e soprattutto l'inefficienza e le distorsioni di una filiera sempre piu' lunga con la presenza di troppi soggetti terzi (commercianti, cooperative di servizio, intermediari) che ha creato terreno fertile per le infiltrazioni mafiose. Le giuste azioni repressivi - ha concluso la Coldiretti - devono essere dunque accompagnate con responsabilita' da un impegno per accorciare la filiera per costruire un rapporto piu' diretto tra i soggetti, garantire la trasparenza dell'informazione sul contenuto e sull'origine dei prodotti con il coraggio di parlare anche con le grandi multinazionali del settore. red-cip