Cybersecurity dei droni

Cybersecurity dei droni: proteggere il cielo digitale tra minacce emergenti e soluzioni

A cura di Francesco Iezzi

L’utilizzo dei droni, noti come UAV (Unmanned Aerial Vehicles), si è ormai esteso ben oltre il settore militare, conquistando ambiti civili, industriali e infrastrutturali. Tuttavia, con la loro crescente diffusione, si è ampliato anche il potenziale di esposizione a minacce informatiche. La cybersecurity degli UAV rappresenta oggi una frontiera critica nella sicurezza digitale e fisica, con rischi concreti che spaziano dallo spionaggio industriale al sabotaggio infrastrutturale.

Tra le vulnerabilità più note vi è il GPS spoofing, una tecnica che consente di ingannare il sistema di navigazione del drone, dirottandolo su rotte non previste. Studi pubblicati su PMC nel 2021 hanno dimostrato come sia possibile, anche con hardware commerciale, alterare la posizione percepita da UAV civili, portandoli a schiantarsi o a varcare spazi aerei protetti. A queste minacce si aggiungono gli attacchi Wi-Fi, in particolare quelli basati su deauthentication (De-Auth) e Denial of Service (DoS). Un’analisi condotta dall’IEEE ha evidenziato come droni commerciali, utilizzando dispositivi semplici come il WiFi Pineapple, possano essere espulsi dalla rete del controller o addirittura “hijackati” durante il volo. Il caso del Raspberry Pi impiegato per attacchi Man-in-the-Middle (MITM) in volo rappresenta un precedente inquietante. Particolare attenzione merita inoltre il sistema DroneID dei droni DJI, largamente diffusi. Questo protocollo, utilizzato per identificare il drone e il suo operatore, è stato reverse-engineerizzato da diversi ricercatori, mettendo in luce la mancanza di crittografia e la conseguente esposizione alla localizzazione dell’operatore, anche in contesti sensibili come zone di guerra.

Queste minacce non sono solo teoriche. La CISA statunitense ha pubblicato alert specifici sull’uso di UAV per il sabotaggio di infrastrutture critiche, come centrali elettriche e impianti industriali. In tali scenari, i droni sono stati utilizzati per sorvolare impianti, catturare informazioni riservate o tentare attacchi diretti. Un altro caso documentato riguarda l’impiego di attacchi MITM durante il volo, in cui l’aggressore ha preso il controllo del flusso dati tra drone e operatore. Inoltre, come riportato da Wired, il sistema DroneID è stato utilizzato attivamente in contesti bellici per identificare e colpire i piloti di droni, sollevando seri problemi di sicurezza personale e militare.

Per contrastare queste minacce, la comunità scientifica sta sviluppando soluzioni architetturali innovative. Tra le più promettenti vi è l’integrazione tra blockchain, SDN (Software Defined Networking) e edge computing, come illustrato nel paper “Fast, Reliable, and Secure Drone Communication”. Queste tecnologie consentono una maggiore resilienza delle comunicazioni UAV, riducendo i rischi di spoofing e MITM. Il framework SDNES (Secure Drone Network Edge Service) propone un modello decentralizzato in grado di garantire l’integrità delle comunicazioni tra droni e stazioni di controllo. Parallelamente, sistemi come D3S offrono una valutazione dinamica del livello di sicurezza del drone, attraverso punteggi derivati da test di attacco quali flooding, replay e deauthentication. Sul fronte normativo, la direttiva europea NIS2 ha introdotto obblighi specifici per i droni utilizzati in ambito critico, imponendo piani di gestione del rischio, sistemi di incident response e audit periodici.

Negli Stati Uniti, la Federal Aviation Administration ha reso obbligatorio il sistema Remote ID, con l’obiettivo di identificare e monitorare i droni in tempo reale. Tuttavia, queste misure hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sorveglianza, soprattutto quando sono combinate con tecnologie biometriche o telecamere ad alta risoluzione. Organizzazioni come EPIC e AZoRobotics hanno espresso dubbi sull’uso dei droni in contesti urbani, in particolare per quanto riguarda la raccolta non trasparente di dati personali, l’uso non consensuale di riconoscimento facciale e l’assenza di linee guida etiche chiare.

I droni rappresentano oggi una sfida cruciale per la sicurezza informatica. Non sono più soltanto strumenti aerei, ma nodi mobili di una rete digitale sempre più vulnerabile. Proteggerli significa tutelare infrastrutture, persone e dati. È quindi essenziale che aziende, enti regolatori e operatori sviluppino una strategia di sicurezza by design, che consideri non solo le minacce tecniche, ma anche le implicazioni etiche e legali connesse all’uso di queste tecnologie.