Piccole imprese guidano la trasformazione digitale

La nostra uscita su Nova / Il sole 24 Ore del 5 febbraio 2017: intervista al presidente Rapari

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L’ICT italiano è un settore multiforme dalle molte eccellenze, spesso fuori dalle luci dalla ribalta: un settore fatto per la maggior parte di piccole e medie imprese, altamente innovative, i cui nomi circolano fra gli addetti ai lavori, spesso non visibili fuori dal cono d’ombra delle grandi multinazionali. Esiste anche in Italia un ICT di punta, trasversale al territorio, che guida la Trasformazione Digitale e che accompagna il tessuto imprenditoriale verso una riprogettazione dei processi e soprattutto della relazione con il consumatore finale: è quello dei “digital enablers”, in cui trovano casa keywords come Costumer Journey, Internet of Things, Big Data, ma anche tutto ciò che le rende possibili, come il Cloud Computing e la Cyber Security, che con il moltiplicarsi della mobilità e del multidevice diventa più che mai fattore strategico. Un intero mercato che, da solo, vale poco meno di 8 miliardi di euro e che lo scorso anno è cresciuto del +16%.

E’ un ICT che guarda al business e che inizia ad essere fortemente percepito come uno dei principali elementi che creano valore nelle imprese della Domanda. Dalla nostra ultima ricerca (www.assintelreport.it) emergono le seguenti top 5 con priorità di investimento per il 2017: Cybersecurity, CRM & Customer Experience, Mobile, Cloud Computing e Big Data.

Naturalmente la sfida è duplice, ed è ciò che Assintel – come associazione nazionale delle imprese ICT – fa quotidianamente: così commenta il Presidente Giorgio Rapari. Da un lato occorre valorizzare l’ecosistema digitale, lottando per una pari dignità delle PMI del settore, favorendo la loro aggregazione, il networking, la possibilità di partecipare con pari chances al mercato della pubblica amministrazione. Dall’altro lato, la sfida si gioca sul campo della cultura digitale: è nostra responsabilità diventare vettori di un cambiamento culturale soprattutto in quei settori dell’economia refrattari all’innovazione, studiando approcci empatici ai bisogni e ai linguaggi della Domanda e facendo rete con i sistemi associativi e istituzionali che le rappresentano.